Dr Streben, prima opera con robot e drone

Un giorno un genio mi chiede di incontralo per usare un drone nel Teatro Pucciniano: nasce così l’avventura con Girolamo Deraco

Locandina dello spettacolo

“…Per la prima volta la robotica e l’opera lirica si fondono e danno vita alla ‘Robot opera’, dove cantanti lirici e un robot umanoide, Face (sviluppato al centro di ricerca ‘Enrico Piaggio’ dell’Università di Pisa) si dividono la scena, conquistando il pubblico del teatro Puccini di Torre del Lago (Lucca)….”

Uno spettacolo unico nel suo genere, rivoluzionario se così possiamo definirlo, che ci fa capire in che direzione progredisce l’umanità.

“…La vicenda si svolge nel laboratorio del Dr Richard Streben (tenore), che aiutato dall’ assistente Karl (baritono), lavora al robot Umy, che lui ha costruito per trasformarlo in una ginoide. Su Umy, Streben proietta l’immagine della sua amata e scomparsa Galatea, e come Pigmalione se ne innamora, ma a differenza del mito, da scienziato, sa che non può trasformarla in essere umano. Quindi decide di trasformarsi in un cyborg, innestandosi a Mexos, una sorta di esoscheletro, per collegarsi al computer, in questo modo potrà vedere Umy. Il finale è significativo e accattivante. Grazie a un drone che si attiva e inquadra le due mani, quella umana e quella robotica, che si avvicinano richiamando l’immagine michelangiolesca del Giudizio universale…”

Ma come è nata questa idea?

“…Spiega il compositore : “E’ nata per caso. Un giorno il professor Franco Mosca, direttore del festival internazionale della robotica di Pisa, mi ha chiesto: cos’è un suono robotico? Io ho risposto: non lo so. E lui: se ti metto a disposizione un robot che fai? Ovviamente ho accettato la sfida e ho presentato un progetto che poi ho dovuto adattare al robot”…”

Ho partecipato personalmente allo spettacolo come pilota del drone che chiude l’opera stessa.

http://www.ansa.it/

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